domenica 28 agosto 2016

La lampada di sale

Non so se avete una lampada di sale a casa. Infonde tepore e rilassa.
Non che la vita in Australia sia stressante, ma ogni tanto il tepore di casa manca.
Che lotta continua vivere all'estero.
Ho ricevuto il mio visto permanente australiano.
Sto pianificando il mio matrimonio in Italia.
La vita e i suoi casi.
Un amico mi ha fatto riflettere stasera, mi ha detto: "Hai presente l'emozione di quando voli sopra l'Italia dopo tanto tempo e vedi tutti i mattoncini rossi sopra i tetti delle case e ti emozioni?" Si ho presente. Benissimo. Mi e'venuta una stretta al cuore. In Australia i mattoncini rossi non esistono.
L'Italia e'bellissima.
Vorrei poter dire questa frase, vivendo in Italia.
Italo-australiana. Australo-italiana.
Keep calm and do yoga.
Senza movimento non c'e cambiamento, e senza cambiamento non c'e' crescita.
Non so cosa sto dicendo.
Ma quanto e'bello scrivere in italiano, cose senza senso.


venerdì 5 febbraio 2016

Riflessioni da post permanenza

Ho qualcosa di interessante da raccontare?
Non ho più aggiornato il mio blog perché ho l’impressione che la mia vita sia entrata in una certa routine al momento. E sono un po’ priva di nuove ispirazioni. Al momento non vivo piu’in una bolla di sorpresa e novità. Ora la bolla si e' dissolta, e sono stata catapultata nella vita reale. 


A volte ripenso a quanto sia stato difficile fare una valigia di 25kg con dentro una vita di 28 anni di ricordi …e trasferirsi dall’altra parte del mondo. Ma nel momento in cui si decide di partire, l’adrenalina scorre nelle vene e sinceramente i pensieri non sono molto razionali. Si tratta di un impulso, un istinto che spinge verso il cambiamento, anche se ne’ le cause ne'gli effetti sono chiari in quel momento. Anzi, non sono chiari neanche ora a dire il vero.

Mi trovo qui a Brisbane, seduta sul mio letto con il computer sulle gambe…a pensare. Penso alla mia vita qui in Australia, e allo stesso tempo alla mia vita se fossi rimasta in Italia. Purtroppo nella vita si segue sempre e solo una direzione e non si può sapere come sarebbe stato scegliendo una strada diversa. Forse e’l’avvicinarsi dei 30 anni, si dice che a trent’anni si tirano un po'le somme del proprio vissuto. 
Continuo ad amare questo paese, sono tornata a casa per Natale, ma purtroppo non mi sento più a mio agio in Italia. L’idea di chiudere le tapparelle la sera prima di andare a dormire perché si ha paura che i ladri entrino in casa…e' qualcosa che non riesco più ad accettare. Non riesco ad accettare la paura del diverso, dello straniero, la gente frettolosa e noncurante per strada. Non riesco ad accettare la sofferenza delle persone che hanno una famiglia da mantenere e non sanno come arrivare a fine mese, perché non hanno un lavoro o perché lavorano ma il loro stipendio non e’ sufficiente. Non accetto che non sappiamo gestire il nostro patrimonio artistico e culturale, che gli artisti per strada non vengano ascoltati. Forse sono troppo critica? Forse.
Ma chiunque viva o abbia vissuto in Australia sa che qui questo non succede.
Ed e’ per questo che mi ritengo fortunata. Ma parlare solo in inglese non e’sempre facile. A volte e’frustrante. Non avere amici intimi con cui condividere riflessioni profonde e’ frustrante. Non poter abbracciare tua sorella e’ frustrante. Non poter andare a pranzo a casa di tua madre o tuo padre e’frustrante.
Spesso ho la sensazione di essere a meta’. Di non sentirmi a casa più da nessuna parte. Forse e’un bene, forse sdradicare le radici ci fa sentire liberi, senza costrizioni. Ma un albero puo’crescere trapiantato su un altro terreno? Forse si, puo’ anche diventare più’ folto se le condizioni ambientali sono favorevoli. Io in questo momento mi sento così’. Un albero trapiantato in un giardino bellissimo, con piante meravigliose attorno a me e un sacco di sole. Ma forse mi manca un po’ di acqua fresca. Vedremo come procederà questo esperimento. Intanto osservo … cerco di capire le leggi di questa nuova natura. Per trovare un piccolo ruscello che mi rinfreschi la mente. In questo momento di transizione da uno stato mentale di possibilità a quello di certezza. 

martedì 7 luglio 2015

DECISIONE PRESA.



Dopo due mesi di indecisione ...e di chiacchere con qualunque essere umano mi passasse sottotiro per capire quale fosse la scelta migliore da intraprendere, eccomi giunta a una conclusione.




R E S T O   I N    A U S T R A L I A .




Sto scrivendo questo post con il piano di Einaudi in sottofondo, le emozioni sono tante e contrastanti in questo momento e mi piace l'idea di bloccare questo momento.

Non voglio perdere questo ricordo. E'un momento importante per me.

Sinceramente quando sono partita 2 anni fa non avrei minimamente pensato di fermarmi in Australia cosi'a lungo.

Ma sento che e'la cosa giusta ora.

Ho iniziato a richiedere tutti i documenti che mi servono per applicare per il visto permanente, la strada e'lunga. Il governo australiano vuole sapere esattamente la mia storia negli ultimi 10 anni, mi richiede addirittura di fare gli esami del sangue e i raggi per verificare il mio stato fisico, oltre che controllare il mio conto in banca e milioni di altri dettagli personali. E costa parecchio.

Ma credo in questo paese e ho fiducia nel futuro qui, e nelle istituzioni. Forse e'questo che purtroppo mi mancava in Italia. Sono contenta e fiera di essere italiana, ma penso che in questo momento ci stiamo un po'perdendo. La nostra cultura e le nostre eccellenze stanno perdendo valore, la colpa e'anche di persone come me che non riescono piu'a parlare bene del proprio paese all'estero. Qui in Australia amano tutti l'Italia, quando dico di essere italiana vedo gli occhi delle persone brillare. Forse l'ideale dell'Italia che hanno non e'piu'reale, o forse non siamo piu'in grado di apprezzarlo perche'non ci crediamo piu' (o meglio, io non ci credo piu').

Molti pensano che la decisione di lasciare tutto e partire sia semplice, meglio restare e lottare. Ma entrambe le decisioni non sono semplici, bisogna solo capire cosa rende piu felici...e farlo. Non ci sono altre soluzioni nel mezzo, purtroppo.

Io non posso dire di essere felice al 100% qui, perche' la mia famiglia e i miei migliori amici si trovano dall'altra parte del mondo e stanno vivendo la loro vita senza di me. E io senza di loro. Ma stando qui in Australia ho capito che la cosa piu importante per me e'vivere in un paese onesto, dove la gente ha voglia di aiutarsi a vicenda e costruire una societa'migliore per chi verra'dopo. Sembra una cosa scontata, ma non lo e'affatto. Questa e'la vera forza di un Paese...e il senso umano di vivere.Non ci sono altri scopi nella vita per me, se non quello di mettere al mondo delle creature e dare loro la possibilita'di trovarsi in posto in cui si sentano fortunati di essere e possano vivere felici. Altrimenti e'tutto fine a se stessi, e per me cio' che e'fine a se stesso non ha gran valore.

Purtroppo vedo troppi limiti in Italia al momento. Troppi sacrifici, poche ricompense. E penso ci vorranno degli anni per cambiare qualcosa.

Non mi piace stare ad aspettare, purtroppo la pazienza non e'una mia caratteristica.

L'Australia non e'il Paese dei balocchi, che sia ben chiaro, bisogna darsi da fare.

Ma a me questo posto ha cambiato la vita, totalmente.

E per il momento non vedo un punto di ritorno.

Ho dei progetti e delle ambizioni qui. E so che posso raggiungere dei traguardi. Non so se sarebbe stato lo stesso in Italia, purtroppo si conosce solo il risultato della scelta presa e non dell'alternativa.

Tornero'a casa un mese per Natale, ho comprato gia'i biglietti.

A volte piango, mi sento sola. A volte mi sento tremendamente felice. Fa tutto parte della vita.

Come fanno parte della vita le scelte.

E in questo momento mi sento tremendamente felice perche'questa e'la  MIA  scelta.





                                                                 ( Australia 2014 )

lunedì 18 maggio 2015

E adesso?

E'da tanto che non aggiorno il mio blog. 
In realta'e'perche' sono in una fase decisionale e confusionaria della mia vita (un po'come sempre) per cui scrivere nero su bianco qualcosa mi mette un po'di ansia. 
Ma probabilmente puo'aiutarmi a fare chiarezza. 

La mia collaborazione con l'agenzia pubblicitaria e'terminata e attualmente lavoro come responsabile in un ristorante/cafe che adoro in centro a Brisbane. Mi trovo benissimo con lo staff e l'ambiente e'ottimo, nulla da dire. La paga e'assolutamente buona. Ma dopo 8 mesi, penso sia arrivato il momento di volere qualcosa in piu'. Sto vivendo lontana da tutti e dal mio paese di origine, forse il bilanciamento costi/benefici sta pendendo di piu'da una parte. 
Il mio secondo visto WHV scadra' a settembre, quindi mi rimangono sostanzialmente 3 mesi per prendere una decisione: rimango a vivere in Australia o torno in Italia?
Per rimanere in Australia ho 3 soluzioni di visto al momento: 
- tourist visa (da rinnovare ogni 3 mesi, che mi permette di stare in Australia ma non di lavorare, l'unica cosa positiva e'che e'gratuito)
- student visa (potrebbe durare 1 o 2 anni dipende dal corso che decido di seguire. Costa parecchio studiare qui in Australia se non si e'cittadini australiani. In media 15 mila dollari all'anno. Se lavorassi nel frattempo potrei anche riuscire a pagarli, ma non mi sembra una scelta intelligente al momento, considerando che ormai i miei studi sono terminati da un po' con la mia laurea specialistica)
-partner visa (che costa 7mila dollari e mi permetterebbe di stare in australia per 2 anni e dopo di che potrei applicare per la cittadinanza australiana)
Al momento non ho trovato nessuna azienda che possa sponsorizzarmi per rimanere in Australia con un visto lavorativo di sponsor. Sto continuando a mandare curriculum, offerte di lavoro ce ne sono parecchie a dire il vero...ma putroppo quando sono al colloquio e mi chiedono se sono permanente in Australia devo dire che il mio visto e'in scadenza tra qualche mese...e mi sento dire "ok, le faremo sapere"...giustamente.

Se decidessi di rimanere in Australia con il partner visa ho anche la possibilta' di aprire un'attivita' per conto mio, per vendere un prodotto italiano. Questa opportunita'ha un basso costo come investimento iniziale e prospettive di guadagno niente male (i miei amici australiani che conoscono meglio il mercato nazionale mi hanno assicurato che il prodotto funzionerebbe). E in Australia non ci sono le tasse che abbiamo noi in Italia.

L'altra soluzione sarebbe...abbandonare definitamente l'Australia e tornare in Italia, dopo due meravigliosi anni di incredibile esperienza.

La domanda piu'frequente e': "Cosa farai una volta in Italia?"

Sto scrivendo un business plan per un progetto che mi piacerebbe realizzare, anche se so che probabilmente la burocrazia italiana mi ammazzera'ogni tipo di entusiasmo. Ma l'idea di costruire qualcosa nel mio paese sinceramente non mi dispiacerebbe. E in questi due anni d'Australia penso di aver collezionato la giusta dose di voglia di vivere e di fare, da averne una scorta sufficiente per il tempo a venire.
Avrei bisogno di affittare un piccolo locale (20-30mq) con vetrina su strada in zona universitaria...e investire i miei risparmi australiani in questa nuova attivita'. Forse funzionera', forse no. E'un salto nel buio, come ogni scelta.

Ho terribilmente paura di pentirmene, se lascio l'Australia.
Qui forse avrei prospettive di guadagno migliori e vivrei in una societa' piu'onesta con il sole tutto l'anno e spiagge meravigliose intorno a me. 
Allora perche'mi sento di considerare il ritorno a casa?
Maledette origini. Non e'semplice, per niente. 
La mia famiglia e i miei 27 anni di vita sono dall'altra parte del mondo.
Ora che ogni scelta e' possibile, mi sembra tutto cosi' complicato. 
Ma non e'forse questo il bello della vita?
Non so cosa voglio. Non ho la piu'pallida idea di quale strada sia meglio intraprendere al momento...e la cosa piu'divertente e'che nessuno, a parte me, puo'prendere questa decisione. 
Non mi vergogno a dirlo: sono nel caos.
Ma ne usciro'.
Vi faro'sapere cosa decido.

Nel frattempo si accettano buoni consigli. 








giovedì 18 dicembre 2014

Back to Italy

"Però, sostanzialmente quando si può rimanere soli con sé stessi, io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante, e il circostante non è fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l’universo: dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addittura che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni, e, siccome siamo simili ai nostri simili credo che si possano trovare soluzioni anche per gli altri." 
FABRIZIO DE ANDRE'


Eccomi in Italia, tornata alla casa base.

Forti emozioni, contrastanti.
Felicità infinita nel rivedere la famiglia, i veri amici e la propria città.
Tanti racconti e foto da condividere, ma l'esperienza vissuta è solo e soltanto nella mia mente. 
Difficile da capire per chi non è stato con me.

In ogni caso è vero, la solitudine fortifica. 

Prima di partire, durante il viaggio e dopo il rientro.

Ma non è semplice da raccontare. 

Non si tratta solamente di spiegare:
"Ecco, da Sydney sono andata a Melbourne, poi ho affittato un van e ho percorso tutta la costa sud australiana...poi sono andata in farm per 4 mesi..." 
"Wow che figo!"
No. Non è uno spostamento da un punto A a un punto B. A un punto C.
Si tratta del viaggio nella sua essenza, di tutte le facce incrociate tra ostelli e strade, di persone che hanno sfiorato la mia vita in profondità. Che mi hanno cambiata.
Ora sento il bisogno di stare in un luogo dove le persone parlano la mia stessa lingua. Ma non intendo l'italiano o l'inglese. Intendo il linguaggio di chi sa veramente cosa vuol dire lasciare la propria casa, cambiare tutto, imparare ad amare nuovamente la vita senza nulla intorno...e poi tornare nuovamente a casa e sentirsi più spaesati di prima.

Cosa si prova a stare da soli dall'altra parte del mondo? Ho impressa sulla pelle la sensazione di contrasto tra la solitudine che mi punge e fa male e la gioia che mi fa piangere. E' un'emozione impagabile. E'felicità allo stato puro, libertà. Capisci che i sogni sono fatti di realtà e, come tali, si realizzano.


E'difficile tornare.

E' difficile stare seduti nella propria stanza, davanti a un computer, a scrivere uno stupido blog cercando di far uscire qualche parola per liberare un pò la mente.

Sono felice perchè alcuni dei miei amici si sono sposati, altri hanno avuto dei figli, altri hanno cambiato lavoro, altri si sono fidanzati. I cambiamenti ci sono. Ma nella mia percezione è tutto esattamente immobile, come prima della partenza. Ma, in compenso, io mi sento profondamente cambiata.

Percepisco le persone in maniera differente, sono più sensibile a tutto. Ho perso le mie abitudini. 
Soffro perchè vedo le persone frettolose e fredde per la strada.

Vorrei condividere e discutere tutto quello che ho vissuto con gli altri. 

Ma non c'è modo di descrivere il modo in cui lo spirito evolve quando abbandoni tutto quello che conosci alle spalle e sei costretto a usare il cervello nel mondo reale, per sopravvivere dove nessuno sa chi sei.

A volte mi chiedo se tutto questo viaggiare abbia un senso.


Si Erika, ce l'ha. E'una delle cose più importanti della vita. Perchè si mette in discussione tutto, si cambia. Si impara un nuovo linguaggio, che nessuno intorno a te parla, è solo tuo. E' il tuo linguaggio personale, non c'è modo di comunicarlo agli altri perchè è costruito soltanto da stati d'animo vissuti. Ti serve solo per comunicare con te stessa. Ti serve per percorrere i sentieri profondi, per arrivare felice alla fine della tua vita, senza avere paura.


Non so se tornerò in Australia.

Non so se resterò in Italia.

So solo che per me la vita è un viaggio di scoperta, e come tale voglio viverlo.

giovedì 23 ottobre 2014

IL NATALE SI FA IN FAMIGLIA!




"Ma Erika...il natale si fa in famiglia!"

Questa è la frase che mi sono sentita dire ogni anno, per 28 anni, da mia mamma.
Ebbene quest'anno ho deciso di ascoltarla...e per le feste natalizie si torna in Italia!
Biglietto aereo di rientro acquistato qualche giorno fa.

Lascerò l'Australia il 3 dicembre. Volo Brisbane-Singapore.

Mi fermerò 3 giorni a Singapore, ho trovato un art gallery hostel che collabora con street artist di Hong Kong e mi sembra un buon punto di partenza per introdurmi alla vita artistica di questa città.

Il 7 dicembre arriverò in Italia. Singapore-Milano prenotato con Qtar.
E sinceramente ne ho proprio voglia. Ho guardato un filmato su Torino l'altro giorno e a momenti piangevo guardando la Gran Madre e la Mole...si, è ora di ritornare un pochino a casa Erika.

Viaggiare serve anche a questo: per apprezzare il ritorno.

Mi fermerò a Torino fino al 6 gennaio. 1 mese.

E poi?

Poi ho un volo che mi porterà a New York. Ma questa volta non da sola, mi porto anche mia sorella.
Il suo sogno è visitare gli Stati Uniti e cosa c'è di più bello che rendere felice tua sorella?

I soldi servono a questo. La felicità non si compra è vero, ma con i soldi spesso puoi comprare i mezzi che ti servono per realizzare la felicità tua o di qualcun altro.

Sto dicendo tante frasi scontate, belle parole.
Ma non ci posso fare nulla se ci credo davvero.
Sono nata sognatrice e probabilmente morirò sognatrice.

Mi dispiace per i cinici e i super realistici di questo mondo, ma non potrò mai appartenere alla vostra specie.
Non esistono modi giusti e modi sbagliati, esistono solo infinite prospettive e punti di vista. Questo è il mio.
Dopo NY, Philadelphia e Miami...mi separerò nuovamente da mia sorella, lei tornerà in Italia e io volerò in California qualche giorno...per poi tornare in Australia.
Il mio visto australiano scadrà a settembre 2015 e ho intenzione di sfruttarlo fino alla fine.
Se devo essere sincera non ho la più pallida idea di cosa faro' quando tornerò in Australia, e tanto meno dove andrò.
Brisbane mi ha dato tanto, lavorativamente e emotivamente.
Sydney ha delle spiagge meravigliose.
Melbourne è figa.
Perth e Darwin devo ancora vederle.
Adelaide è carina, ma non per viverci.

Sicuramente tra giugno e settembre voglio finire di vedere tutta l'Australia. Voglio viaggiare al Nord e Ovest: Alice Springs, Ulururu, Darwin, Perth.
Da Febbraio a Giugno è un punto interrogativo. (?) Anzi con un punto interrogativo di quelli spagnoli, al contrario. (Che non trovo sulla tastiera!)
Una mia carissima amica mi ha scritto una mail pochi giorni fa e penso che questa frase racchiuda esattamente il mio pensiero:

"Molto poco è nelle nostre mani. Solo la responsabilità di camminare con passo spedito nella direzione che ci indicano ad intermittenza i nostri interruttori corporei. Quelle poche volte in cui il segnale è riconoscibile."

Quando a gennaio mi ritroverò sul volo diretto nuovamente verso il downunder cercherò qualche segnale riconoscibile.

E' tutto un gran caos, come sempre.
A 20 anni non sapevo che fare della mia vita e pensavo che sulla soglia dei 30 le cose sarebbero cambiate.
Ma non mi sembra proprio. Ho solo più opportunità e una visione del mondo più ampia, che non è mai ampia abbastanza.
Uff che fatica sta vita. Non so che dire, ma io la amo perchè è così. Sempre in movimento, sempre entusiasmante nelle sue sfumature.
Non vedo l'ora di riabbracciare la mia famiglia e i miei amici...e parlare solo in italiano!!!!!





Ci vediamo presto Torino! (Azz, farà un freddo porco!!!!)










martedì 16 settembre 2014

Siamo tutti visitatori di questo tempo...






“Siamo tutti visitatori di questo tempo... e di questo luogo.Siamo solo di passaggio.Il nostro obiettivo qui è quello di osservare, imparare, crescere, ed amare... e poi...facciamo ritorno a casa.”

Mi sto appassionando di cultura aborigena australiana.
Sento spesso dire che l'Australia non ha cultura, è il Nuovo Mondo, l’arte si trova solo in Europa.
Forse è vero se si pensa all’Australia dei colonizzatori del 1900. Ma gli aborigeni australiani hanno una cultura che è la più antica sul pianeta.

Ho scoperto il mondo aborigeno grazie a un progetto che sto seguendo per l’agenzia pubblicitaria con la quale collaboro qui a Brisbane.
Si tratta di un progetto di comunicazione sociale per una fondazione che educa i bambini aborigeni in Australia. Così ho iniziato a leggere e documentarmi a riguardo…e ho scoperto un mondo affascinante, che ignoravo totalmente. Cioè, ovviamente sapevo che in Australia ci sono gli aborigeni, ma non me ne ero mai interessata prima. Soprattutto perchè nelle grandi città non è facile incontrarli. E la maggior parte degli aborigeni in città sono emarginati socialmente e considerati poveri, drogati, alcolizzati e violenti.

Ma non è così. La cultura aborigena nasconde delle verità che per me sono state illuminanti. Bisogna capire la loro storia. Ma non è facile, perchè non c’è quasi nulla di scritto, le loro tradizioni vengono tramandate cantando. Quindi non è semplice avere del materiale. Ma qualcosa sono riuscita a capire.

Permettetemi dunque di fare dei puri filosofeggiamenti a riguardo, senza pensare che mi sia totalmente fumata il cervello ...anzi potete pensarlo, ma non ditemi nulla.

Ok, iniziamo il pippone. Cercherò di essere complicata ma breve, promesso.

In sostanza, gli aborigeni credono in un Tempo del Sogno. Sebbene tutto sia collegato ad un posto preciso nel mondo, la concezione dello spazio-tempo si svolge in una sorta di eterno presente.

Il tempo Sacro si svolge nel presente, non ieri e non domani. Una memoria, ad esempio, è rapportata al presente, ad ora, così come accade per una visione del domani, del futuro. Questo concetto di eterno che delinea lo spazio-tempo in una sorta di eterno presente è una parte integrale per la comprensione della loro cultura. Presente ed eternità si traducono in luogo. E lo spazio non viene considerato come una distanza, viene considerato come la coscienza, la consapevolezza.

E' dunque il significato che connette ogni cosa, non lo spazio-tempo.

Ecco cosa ho trovato davvero geniale. La nostra società contemporanea interpreta tutto attraverso la linea dello spazio e del tempo.


Per loro ciò che conta è invece il significato profondo. Nei luoghi, nelle persone.

Il significato ...perchè viviamo, cosa ci facciamo qui sulla Terra, perchè ci siamo arrivati?


E hanno delle risposte.

Voglio conoscere gli aborigeni. Voglio viaggiare al centro dell'Australia. Ho capito che userò parte del mio secondo visto per questo scopo. Ora rifletterò su come fare e quando farlo. Da sola non è un viaggio facile da fare. Ma lo farò.

Intanto continuo a lavorare per l'agenzia pubblicitaria qui a Brisbane, sto imparando tantissimo. L'inglese continua a essere un po' limitativo per me. Purtroppo è difficile lavorare in un'altra lingua. Serve tempo e pazienza, penso che un anno non sia stato abbastanza per raggiungere il giusto livello. Per lavorare in pubblicità e sfruttare a pieno il potenziale della comunicazione, servirebbe una proprietà di linguaggio da madrelingua.
Ho anche pensato di tornare sui libri studiando qui, magari ottenendo il Certificate IV o il Diploma of Advertising. L'istruzione qui è molto pragmatica (a differenza di quella italiana) e sicuramente potrebbe aiutarmi nella professione di copywriter. Ma purtroppo con il Working Holiday Visa non si possono frequentare corsi professionali. E si può studiare al massimo 17 settimane. Forse avrei dovuto richiedere lo Student Visa. Ma ormai è tardi. Quindi l'unica strada percorribile è continuare a fare esperienza sul campo, che alla fine è anche la soluzione più economica. Un corso universitario per stranieri qui costa la bellezza di circa 12mila dollari annui.

Quindi mi va bene così: lavoro per imparare il mestiere gratis ...e frequento amici australiani per imparare la lingua gratis. Not so bad, at the end. Work in progress.

Dopo aver valutato di: cambiare città, tornare in Italia, ritornare qui, viaggiare per il deserto, andare a vivere in Canada, sposarmi un australiano...per il momento ho deciso di fermarmi ancora un po' qui a Brisbane. Magari ne esce qualcosa di buono. Sento che questa città ha ancora qualcosa da darmi e qualche possibilità da sfruttare.

E poi, come sempre...chi vivrà vedrà. Tra mille casini e pensieri.


"I can't go back to yesterday because I was a different person then"


Alice nel Paese delle Meraviglie.